Fare i fiori
“Occorre cessare di esistere per esistere davvero.”
In questa frase di Johann Wolfgang von Goethe si esprime un pensiero che sfugge alla mente razionale per parlare direttamente al nostro cuore. Dice una cosa assurda per la mente ma assolutamente vera per l’intuito. Sta parlando delle piante, ma in realtà si riferisce a qualunque essere vivente. (Per approfondire consultare J.W. Goethe, La metamorfosi delle piante, Guanda, Parma 1983.)
Con il fiore la pianta esce da se stessa, si apre al Cosmo e mostra di essere consapevole che, attorno a lei, esistono altri esseri vegetali, animali e spirituali. Il fiore è la prova che la pianta si accorge di ciò che la circonda, e anzi vuole comunicare con quello che le sta intorno e di cui sa di essere parte, ne ha bisogno per esistere. Con il fiore la pianta comunica con il resto del Cosmo, scambiando informazioni e venendo fecondata. E’ così, grazie all’apertura del fiore, che si forma il seme: dall’incontro della Terra con il Cielo.
Nel seme la pianta traduce il suo messaggio, e supera così se stessa, “distllandosi” in un altro essere in potenza, più evoluto. Allo stesso tempo, con il fiore inizia il processo di morte della pianta, che sarà una morte completa dell’individuo nel caso delle erbacee annuali o biennali, e una morte solo parziale nel caso delle piante perenni, destinate a rinascere in primavera.
Ho sempre trovato bellissima l’immagine del fiore come processo attraverso cui la pianta allo stesso tempo muore ed esiste veramente, inserendosi nel ciclo di morti e rinascite che costituisce la Vita, ed ho sempre sentito profondamente la frase di Goethe “Occorre cessare di esistere per esistere davvero.”
Cessare di esistere come individui, superare se stessi, aprirsi al Cosmo e in un certo senso morire, per rinascere su un nuovo livello.
Ma oggi ho letto una citazione del poeta Rainer Marie Rilke che mi ha donato uno sguardo ancora più profondo sul messaggio di Goethe. Rilke scrive “Per un essere umano amarne un altro; quella è forse la più difficile tra tutte le nostre missioni, l’ultimo test e la prova finale, il lavoro per cui ogni altro lavoro non è che una preparazione.”
Per qualche ragione questo pensiero ha fatto cortociruito con la frase di Goethe e l’immagine del fiore, svelando l’ingrediente segreto, che è l’amore. Per amare un altro essere umano occorre superare se stessi, cessare di esistere, liberi da paure perché morti al proprio ego, desiderosi di donare perché consapevoli che quella è la nostra missione e soltanto così esisteremo davvero, soltanto amando.
Per noi, amare un altro essere è ciò che per la pianta rappresenta il fiorire.
“For one human being to love another; that is perhaps the most difficult of all our tasks, the ultimate, the last test and proof, the work for which all other work is but preparation. I hold this to be the highest task for a bond between two people: that each protects the solitude of the other. This is the miracle that happens every time to those who really love: the more they give, the more they possess.”
Rainer Maria Rilke, Letters to a Young Poet